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Luglio

Per non dimenticare Rita Atria

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Pubblicato in Attualità

Oggi ricorre il 25° anniversario dalla morte di Rita Atria, la giovane testimone di giustizia di Partanna,

che decise di togliersi la vita, a soli 17 anni, dopo la strage di via D'Amelio e la morte del giudice Paolo Borsellino a cui era molto legata. La picciliddra, così era soprannominata, vittima innocente della mentalità mafiosa del suo paese, oggi come ogni anno sarà ricordata dall'associazione "Libera" con la presenza di Don Luigi Ciotti nell'ambito di un corteo che si terrà alle 17,30 presso il cimitero di Partanna.

La storia di Rita Atria è legata a doppio filo anche alla città di Sciacca. A Sciacca Rita frequentava la scuola superiore, e proprio alla Procura di Sciacca la giovane fece le prime deposizioni contro la cosca mafiosa di Partanna. Una volta constatata l'importanza delle sue rivelazioni, Rita Atria venne immediatamente indirizzata verso la Procura di Marsala e affidata al giudice Paolo Borsellino. Grazie alla sua collaborazione, avviata nel novembre 1991, le forze dell'ordine riuscirono ad arrestare numerosi mafiosi di Partanna, del Belice, di Sciacca e Marsala, nonché ad avviare una serrata indagine a carico dell'onorevole democristiano Vincenzo Culicchia, che per 3 decenni era stato sindaco di Partanna. Rita Atria, pur provenendo da una famiglia mafiosa, era riuscita a ribellarsi grazie anche all'esempio della cognata Piera Aiello, moglie del fratello Nicola, ucciso dalla mafia così come il padre.

Anche Piera Aiello, che ancora oggi vive in una località segreta, è riuscita a far arrestare molti esponenti della mafia belicina. L'esempio di Rita, a suo tempo, è stato osteggiato e combattuto da tutti, persino dalla madre che, a meno di un mese dal suicidio della figlia, distrusse la lapide e la foto a martellate. Rita Atria, secondo alcuni, non seppe sopravvivvere alla morte del proprio sogno. Dopo la strage di via D'Amelio scrisse: «Prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia che è dentro di te, puoi combattere la mafia che c'è nel giro dei tuoi amici, la mafia siamo noi e il nostro modo sbagliato di comportarci. Borsellino sei morto per ciò in cui credevi, ma io senza di te sono morta».

Letto 2521 volte Ultima modifica il Mercoledì, 26 Luglio 2017 14:54

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