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28
Maggio

Marittimo saccense bloccato in Africa dal lockdown: "Da dicembre non vedo la mia famiglia". Guarda l'intervista

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Pubblicato in Attualità

Il saccense Giuseppe Guardino, 46 anni, comandante della "Blue Brother",

una nave offshore della flotta della "Bambini S.p.A." di Ravenna (che opera in un servizio di appoggio e assistenza alle piattaforme petrolifere) , è uno dei tanti marittimi sparsi in giro per il mondo che, per colpa del lockdown imposto dalle misure di contenimento contro il coronavirus, non ha più potuto fare una doverosa pausa dal lavoro e tornare a casa. E così, è dallo scorso 28 dicembre che Guardino non vede più moglie e i suoi due figli, rispettivamente di 9 e 14 anni.

La nave da lui comandata opera a Pointe Noire, grosso porto del Congo, da cui ogni giorno il suo equipaggio (7 persone in tutto, quattro italiani e tre congolesi) prende il largo per la normale attività giornaliera per poi, a sera, tornare ad attraccare in porto. "Normalmente - dice Guardino - resto imbarcato per 2 mesi, e poi ho diritto a 2 mesi di riposo. Sarei dovuto tornare a casa il 3 marzo, ma la mia compagnia mi ha fatto sapere che il collega che doveva sostituirmi non sarebbe potuto partire. E così adesso mi trovo in Africa ormai da cinque mesi, e aspetto ogni giorno notizie certe sul momento nel quale potrò tornare a casa, come tutti i miei colleghi, a riabbracciare le nostre famiglie".

Guardino tiene a far sapere che la compagnia per la quale lavora sta seguendo passo passo tutte le possibili novità, garantendo ai propri lavoratori la massima disponibilità. "Dicono - dice - che il 10 giugno potremmo tornare a casa, non so cosa pensare, non posso che augurarmelo di cuore".

Guardino, che ha un passato da pescatore pescatore, attività che ha svolto a bordo di uno dei pescherecci della flotta di Sciacca, evidenzia che il settore produttivo collegato all'attività dei marittimi imbarcati, nell'emergenza Covid non è stato considerato a dovere dallo Stato. "Noi ci occupiamo di appoggio alle petroliere - dice - altre navi si occupano anche di trasporto di beni di primissima necessità. Non ci siamo mai fermati, e questo forse ha indotto il governo a pensare che il nostro comparto, che riguarda tanti padri di famiglia, e anche le compagnie per le quali lavoriamo, non avesse bisogno di attenzione e di assistenza. Niente di più sbagliato".

Della vicenda si è occupato il TG5. Giuseppe Guardino ci ha rilasciato un'intervista, che anticipiamo staserarstasera suinsui social.

Letto 1142 volte Ultima modifica il Venerdì, 29 Maggio 2020 14:36

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