indicata come l'unico strumento in grado di fermare la pandemia, contenere i contagi ed evitare i casi gravi, continua su più fronti anche la ricerca contro il covid per trovare una cura o una terapia efficace e sicura. Ci sono oltre 800 prodotti in varie fasi di sviluppo nel mondo, tra cui oltre 200 diversi vaccini, quasi 250 antivirali diretti e circa 400 farmaci di altro genere. Alcuni studi sono arrivati al traguardo pochi giorni fa, come un nuovo anticorpo monoclonale recentemente approvato da Aifa. Dovrebbe coprire da tutte le attuali varianti ed essere impiegato per chiunque, da 12 anni in su. Ma il condizionale è d'obbligo posto che alcune terapie sulle quali era stata riposta tantissima fiducia per la guarigione in tempi celeri dal covid non hanno poi prodotto gli effetti sperati. E' il caso del plasma iperimmune che alla fine dello scorso anno, e in ogni caso prima dell'avvento dei vaccini, era stato individuato come la nuova frontiera nella cura del covid salvo poi dimostrare una efficacia limitata. E' con il dottore Pasquale Gallerano, direttore dell'unità operativa di Medicina Trasfusionale dell'ospedale di Sciacca, struttura tra quelle autorizzate lo scorso autunno per la raccolta del plasma iperimmune, che abbiamo fatto il punto della situazione. L’Unione Europea ha annunciato per l’autunno l’autorizzazione di quattro anticorpi monoclonali e di un antivirale con azione diretta. Altri risultati vedranno la luce invece nel 2022, come il farmaco orale della Pfizer, molto atteso e di cui si parla da tempo. Le aspettative sono molto alte. Al punto in cui siamo, vaccinarsi è l'unico modo per essere davvero protetti, dichiara il dottore Gallerano.