razionamento delle risorse idriche stabilito dall’0sservatorio permanente degli utilizzi idrici della Sicilia, istituito dal Presidente Schifani con l’obiettivo di affrontare la crisi idrica nelle province di Agrigento, Caltanissetta e Palermo. Coinvolti i comuni che ricevono in maniera univoca o integrativa le risorse provenienti dagli invasi Fanaco e Piano Leone. Si tratta di Agrigento, Burgio, Calamonaci, Caltabellotta, Cattolica Eraclea, Lucca Sicula, Montevago, Palma di Montechiaro, Porto Empedocle, Realmonte, Ribera, Santa Margherita Belice, Siculiana e Villafranca Sicula dove la dotazione idrica è stata ridotta del 10% e dei comuni di Campobello di Licata, Canicattì, Casteltermini, Licata, Ravanusa e San Giovanni Gemini dove è stata ridotta del 15%.
Non è finita qui. Aica ha oggi annunciato che con l’obiettivo di ripartire in maniera equa il carico di riduzione idrica, ove idraulicamente possibile e grazie alle interconnessioni esistenti tra gli acquedotti, sarà effettuata una rimodulazione che prevede una riduzione di circa il 10 per cento anche nei comuni serviti dall’Azienda. Meno acqua per tutti, non solo per i comuni individuati nel piano di razionalizzazione della Regione. A Sciacca, comune ricco di fonti idriche, si registrano già problemi di approvvigionamento nella zona della Perriera. Una minore fornitura idrica che si aggiunge, peraltro, ad un problema di inquinamento riscontrato da Aica a seguito del prelievo di un campione di acqua in via Conzo n. 42. I risultati delle analisi hanno reso necessario emettere una ordinanza sindacale che vieta l’uso potabile dell’acqua nella zona del centro storico.
La questione della riduzione della portata idrica in tutti i comuni gestiti da Aica, non solo in quelli ricadenti nel piano di razionamento regionale, sarà oggetto di discussione nell’ambito della riunione dell’assemblea dei sindaci in programma dopodomani. Lo ha dichiarato questa mattina al nostro telegiornale il sindaco Fabio Termine che già da tempo ha assunto una posizione critica rispetto alla gestione dell’Azienda, soprattutto per le vicende economiche, con la perdita di 3 milioni di euro che rischia di ricadere sui comuni in regola con i pagamenti.
Durante la seduta consiliare dedicata alla revisione delle società partecipate Fabio Termine non ha avuto alcuna remora ad attaccare il sindaco di Palma di Montechiaro Stefano Castellino, uno dei comuni che non hanno ceduto le reti né hanno versato la quota sociale o la parte del prestito ponte della Regione. All’assemblea dei sindaci di venerdì prossimo, peraltro, è prevista la partecipazione dell’assessore regionale Roberto Di Mauro e sarà necessario porre anche la questione del famoso progetto per la nuova rete idrica della città di Sciacca pronto da tempo, con finanziamento di 37 milioni di euro previsto,ma non materialmente erogato.
La città di Sciacca è ricca di acqua, ma a causa della fatiscente rete idrica la disperde da decenni.