la misura varata dal governo nazionale di sostegno economico nell’ambito di una politica di avviamento al lavoro. L’investimento economico necessario si aggira sul miliardo di euro. I beneficiari saranno le famiglie con un ISEE dichiarato non superiore a 9000 euro. I nuclei familiari interessati a questo provvedimento in provincia di Agrigento sono circa 28mila su un totale di 122 mila. Un dato che induce a calcolare sommariamente che a Sciacca i beneficiari del reddito di cittadinanza potrebbero essere tra i 7 e gli 8 mila.
Il sostegno partirà il primo aprile, ma gli scenari al momento sono particolarmente difficili da decifrare. I centri per l’impiego, che poi sono quelli che dovranno coordinare il tutto, infatti, sono sprovvisti di personale qualificato, a partire da quelle figure che il vicepremier Di Maio, il padre del reddito di cittadinanza, ha definito “navigator”, che dovranno formare il disoccupato nell’ottica di aiutarlo a non accontentarsi certo solo del sostegno ma ad accettare anche un lavoro. In tale direzione il tutor lavorerà per fare assumere nel più breve tempo possibile il proprio assistito affiancandolo, accompagnandolo all’agenzia per l’impiego o nei centri di formazione. Ciascun tutor dovrebbe avere uno stipendio fisso mensile. E secondo quanto spiegato dal Ministro dello Sviluppo economico, riceverà anche un bonus per ogni persona che riuscirà a far assumere. Inoltre il tutor dovrà presentare al ministro una scheda su ogni persona che sta assistendo, nella quale indicherà “se l’individuo in questione sta rispettando gli impegni oppure no”. Ovviamente, per istituire la figura dei tutor sarà anche necessario portare avanti un piano di assunzioni straordinarie presso i centri per l’impiego o riqualificazione di personale già in forza. Questione, questa, che fa riflettere soprattutto i detrattori del reddito di cittadinanza, i quali si domandano dove potrà essere trovato il lavoro per i disoccupati, posto che se il lavoro ci fosse stato o ci fosse tuttora non ci sarebbe bisogno di alcun reddito di cittadinanza. Lo rivela anche il dato che riguarda le offerte di lavoro presentate attraverso i centri per l’impiego dall’inizio del 2019 per i circa 137mila disoccupati siciliani. Appena sette proposte, e precisamente per un aiuto commesso, un commesso, un magazziniere, un cassiere di negozio, un ottico, un addetto all’accoglienza clienti e un «dimostratore a domicilio».
Il governo comunque si è impegnato a rafforzare i Centri per l’impiego attraverso un piano di assunzioni straordinarie da destinare proprio ad un settore informazioni e assistenza. Centri per l’impiego, che sono poi i vecchi uffici di collocamento, su cui si conta di investire un miliardo l’anno. Ma intanto mentre Di Maio ha detto che le card per i beneficiari del reddito di cittadinanza sono pronte e che saranno disponibili presso gli uffici postali, non appena sarà definita la platea degli aventi diritto, la questione come detto suscita timori perché a fronte di 1.737 addetti nei Centri per l’impiego, appena il 40 per cento di loro sono inquadrati per poter erogare politiche attive del lavoro. Ma i dubbi non finiscono qui. C’è un programma di reinserimento lavorativo che prevede, tra le altre cose, l’accettazione di almeno una di tre offerte congrue nei primi 12 mesi, o la prima offerta congrua dopo i primi 12 mesi. Per congruità si intende la distanza da casa. Quindi le offerte di lavoro saranno congrue nel primo caso quando la prima offerta di lavoro ha una distanza inferiore ai 100 km (o 100 minuti di percorrenza), la seconda entro 250 km, la terza su tutto il territorio nazionale. Riflettendo sulla qualità delle vie di comunicazione siciliane, c’è di che rabbrividire.