hanno fatto causa al comune di Sciacca presso il Tribunale sezione lavoro. Chiedono il versamento dei contributi previdenziali accumulati in questi anni anche sulla base, in qualche caso, di mansioni superiori che sarebbero state loro richieste attraverso appositi ordini di servizio. Sulla base della contestazione, in estrema sintesi, se il comune dovesse avere torto in giudizio sarebbe costretto a pagare circa 200 mila euro a ciascun lavoratore ricorrente. In soldoni: due milioni di euro. Una cifra che, sulla base dell'attuale situazione dei conti pubblici, può benissimo definirsi spaventosa, posto che trascinerebbe il comune nel baratro del dissesto finanziario.
Lavoratori socialmente utili i quali, per questa causa, hanno affidato le loro sorti ad un avvocato del Foro di Palermo. La stessa cosa, nel cercare di resistere, ha fatto l'amministrazione comunale di Sciacca, che ha affiancato al proprio ufficio legale un giuslavorista molto competente. Il problema del mancato versamento dei contributi previdenziali riguarda la figura degli LSU assunti dagli enti pubblici dopo il primo agosto del 1995. Fino ad allora la garanzia della pensione c'era. Gli Lsu che hanno fatto causa al comune sono stati assunti nel 1997. Fu la famosa “infornata” di operai che furono reclutati dall'allora amministrazione guidata da Ignazio Messina e che, di fatto, a quel momento in poi sarebbe costata alle casse comunali due miliardi di lire l'anno.
Nel frattempo diversi lavoratori hanno lasciato il comune per sopraggiunti limiti di età. È chiaro che anche gli altri LSU, coloro i quali non hanno aderito al ricorso presentato, aspettano di conoscerne l'esito. La causa va avanti, ma va anche detto che se il comune fallisce a pagarne le conseguenze saranno tutti i cittadini, dal più piccolo al più grande. È chiaro che questo non significhi che il cittadino che si senta leso nei suoi diritti non debba agire per tutelarli. Fatto sta che appare bizzarro che mentre il comune cerca, piuttosto faticosamente per la verità, di trovare una soluzione verso la stabilizzazione dei precari (cosa di cui peraltro ci sarebbe bisogno, alla luce del rischio che il numero di dipendenti ufficiali precipiti ulteriormente), una dozzina di loro punta ad un riconoscimento economico piuttosto cospicuo.
Una causa iniziata negli anni scorsi e che procede. Manca poco al pronunciamento della sentenza per un gruppo di 6 ricorrenti, già fissata per il prossimo 3 luglio. Decisione che, ovviamente, sarà il viatico di quella per la rimanente parte di lavoratori che si sono rivolti al Tribunale. Sentenze che potrebbero essere una sorta di autentico “spartiacque” nella vita del comune di Sciacca.