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27
Gennaio

Messina Denaro chiede cure adeguate per il suo tumore al colon

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Pubblicato in Cronaca

"Non ho ricevuto una educazione culturale

ma ho letto centinaia di libri, sono quindi informato sulle cure, vi prego di poter essere trattato con i farmaci e le terapie migliori". Avrebbe ripetuto più volte, con toni pacati e cordiali, questo suo pensiero il boss di cosa nostra Matteo Messina Denaro, rinchiuso da dieci giorni nel carcere di massima sicurezza dell'Aquila. A medici e personale penitenziario, le uniche persone con cui gli è permesso di parlare visto il regime del 41bis, "confessa" che le sue preoccupazioni sono legate alla cura del tumore al colon. Messina Denaro è in buone condizioni: ha superato i postumi della prima chemio di mantenimento, avrebbe avuto solo qualche problema gastrointestinale, secondo quanto si è appreso gli oncologi prevedono di fare la seconda seduta entro le prossime settimane. Il boss ha sostenuto, nell'ambulatorio ad hoc allestito accanto alla sua cella, la prima chemio nei giorni scorsi. I medici che lo hanno in cura, quelli dell'equipe guidata dal professor Luciano Mutti, primario oncologo dell'ospedale aquilano, lo avrebbero rassicurato che si stanno seguendo procedure all'avanguardia come da protocolli internazionali.

Il fronte investigativo sui 30 anni di latitanza del boss intanto continua ad essere molto intenso. Gli investigatori stanno battendo con sempre maggiore convinzione la pista delle scommesse online, quelle che avrebbero consentito a Messina Denaro di disporre di contanti. Precise indicazioni proverrebbero in particolare da due inchieste degli anni scorsi della Dda di Palermo nei confronti dell'imprenditore Carlo Cattaneo e di Calogero John Luppino. Nei confronti di quest'ultimo, condannato a 18 anni per associazione mafiosa, alla fine del 2022 è stata disposta una confisca dei beni piuttosto corposa, così come a Cattaneo (condannato a 16 anni). Luppino era definito "il re delle scommesse". Per gli inquirenti l'ascesa in questo settore sarebbe stata garantita dai mandamenti mafiosi di Castelvetrano e Mazara, che avrebbero obbligato i negozi del Trapanese ad installare le cosiddette macchinette mangiasoldi. È un'indagine che, dunque, come si può capire, mette in evidenza ogni giorno ramificazioni su ramificazioni. Aumenta considerevolmente il numero di persone da sentire. 

Intanto i carabinieri hanno diffuso nuove immagini girate all'interno del covo di Messina Denaro poco dopo il suo arresto. Immagini rivelatrici di un appartamento ordinato, i quadri alle pareti, due leoncini di peluche, un divano marrone, una stanza adibita a palestra, insomma: potrebbe essere l'abitazione di un uomo qualunque. Nel salotto una tv, i libri disposti su una mensola, le riproduzioni di dipinti famosi, come i Girasoli di Van Gogh e le foto dei protagonisti del film il Padrino e di Joker, nella stanza adibita a palestra anche l'asse da stiro, decine di scarpe costose sistemate in una scarpiera: un appartamento come tanti. Ma gli investigatori hanno rinvenuto anche dei fascicoli e dei documenti considerati interessanti per l'inchiesta, oltre ad un diario in cui, come scrive oggi Salvo Palazzolo su Repubblica, annotava anche considerazioni sulle vicende della politica nazionale. E a rivelare come, al di là dei cortei antimafia dei giorni scorsi, ci sia ancora una crosta culturale piuttosto dura da eliminare, sta facendo discutere l'aggressione subita dalla giornalista palermitana Stefania Petyx, inviata di Striscia la Notizia, che a Campobello di Mazara è stata aggredita da un uomo, e con lei anche il suo operatore che stava effettuando le riprese.
Letto 308 volte Ultima modifica il Venerdì, 27 Gennaio 2023 13:28

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