lavoratori stagionali, duramente colpiti dall'emergenza sanitaria tuttora in corso. A loro è stata riconosciuta un'indennità di mille euro all'interno dell'ultimo Decreto “Ristori”. Ad ufficializzare la notizia il deputato regionale del Pd Michele Catanzaro che afferma: “nelle scorse settimane avevo chiesto al Governo nazionale e al Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo di intervenire varando misure di sostegno al reddito a tutela di una categoria che rappresenta una fascia importante dell’economia siciliana”. L’argomento era stato affrontato anche con un’interpellanza parlamentare e durante un incontro con i rappresentanti dei lavoratori, alla presenza di Pietro Navarra, componente della commissione Bilancio della Camera e del sindaco di Sciacca Francesca Valenti. Per Catanzaro si tratta soltanto di un primo passo: “nel secondo decreto, speriamo di far inserire gli esclusi dal primo decreto”. “Sono stati purtroppo i lavoratori stagionali – aggiunge - i primi a pagare le conseguenze della crisi.
“Solo in Sicilia sono 43 mila i lavoratori stagionali, a Sciacca un migliaio, prevalentemente occupati nel settore ittico e turistico per almeno sei-sette mesi all’anno. Il 2020, con l’epidemia, il più fortunato ha lavorato solo un mese e mezzo, senza tutele e senza opportunità di reimpiego a breve scadenza. Ci confronteremo ancora con il Governo nazionale e con quello regionale – conclude Catanzaro – occorrono ulteriori azioni, anche successive agli interventi di sostegno temporaneo di queste ore, soluzioni che rilancino un comparto di grande importanza per la Sicilia e restituiscano dignità ai lavoratori”.
Nel dettaglio, stando al decreto, l'indennità da mille euro è prevista per i lavoratori dipendenti stagionali del settore turismo e degli stabilimenti termali e ai lavoratori in somministrazione, impiegati presso imprese operanti nel settore del turismo e degli stabilimenti termali che hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e il 29 ottobre 2020 e che hanno svolto la prestazione lavorativa per almeno trenta giornate in tale periodo, non titolari di pensione, né di rapporto di lavoro dipendente, né di NASPI alla data di entrata in vigore del Decreto Ristori. Una boccata d'ossigeno all'interno di un quadro generale che resta di forte crisi e preoccupazione per il settore.