improvvisamente e inaspettatamente, gravi conseguenze a danno dei cittadini di gran parte dei comuni della provincia di Agrigento, che per ottenere l’erogazione dell’acqua già sopportano le tariffe più alte d’Italia. Con questa premessa, Intercopa prende oggi posizione sulla vicenda dei conguagli idrici in provincia di Agrigento. Come si ricorderà già dal 2017 l’Autorità nazionale di regolazione aveva deliberato gli aumenti delle tariffe, indicando come termine ultimo per adeguarsi quello del 30 giugno del 2018. Soltanto nel mese di giugno del 2020, però, l’Ati si è adeguata e ha approvato gli aumenti. La videnda ha portato la gestione commissariale del servizio idrico integrato in provincia di Agrigento ad applicare la retroattività degli aumenti, a partire dal 2018 per arrivare al 2020, generando la protesta degli utenti agrigentini. Di fronte a tutto ciò, anche a seguito di un intervento della commissione territorio e ambiente dell’Ars, l’Ati di Agrigento ha sospeso le bollette dei conguagli idrici che erano state recapitate alle famiglie agrigentine. Dopo circa due mesi, il 16 febbraio scorso l’Ati ha trovato quella che Intercopa oggi definisce la “soluzione salomonica” per rimpinguare le fallimentari casse del gestore Girgenti- Acque e ridurre al contempo di un anno il nuovo pesante fardello posto a carico dei cittadini. La data degli aumenti tariffari richiesti a conguaglio è stata, infatti, spostata di un anno, dal primo gennaio 2018 al primo gennaio del 2019. Provvedimento che Intercopa contesta decisamente sostenendo che gli aumenti vanno applicati a partire dall’anno in cui l’Ati ha approvato la delibera, ossia dal 2020. E’ inconcepibile, sostiene il coordinatore di Intercopa Franco Zammuto che l’Assemblema Territoriale Idrica pretenda di decidere autonomamente con “mozioni” quanto stabilito dalla legge.
Sempre che non si dimostri che l’ATI non è un ente locale, per Intercopa, dunque, essendo la delibera di adeguamento dell’ATI alle tariffe stabilite dall’ARERA” dell’8 giugno del 2020, le stesse debbano essere aumentate soltanto a far data dal primo gennaio 2020. Non solo la vicenda dei conguagli per la quale, tra l’altro, sabato scorso il Centro Studi De Gasperi di Stefano Scaduto aveva evidenziato l’illegittimità della delibera con la quale l’Ati ha sostanziamente deciso di abbonare il 2018, facendo scattare gli aumenti dal 2019. Intercopa evidenzia anche il ritardo nell’avvio dell’Azienda Speciale Consortile che dovrà sostituirsi alla gestione commissariale. E’ incomprensibile per Inter.Co.PA che ancora l’Azienda Speciale non sia operativa, con il risultato che persiste una gravissima situazione finanziaria , al punto da non potere più garantire la riparazione delle centinaia di perdite e guasti presenti nelle reti dei comuni serviti.