Ed è pienamente nel vivo la rincorsa ad un posto in lista, per una conferma per chi è già nel gotha della politica che conta, ovvero per cercare di entrare a farne parte. Con la variante, rispetto a 5 anni fa, che gli incasellamenti possibili degli aspiranti più accreditati possono osservare perfino un ordine di priorità tra Sala d'Ercole, Palazzo Madama o Palazzo Montecitorio. Bisogna però fare i conti con leggi elettorali (e annesse soglie di sbarramento, il 5% alla Regione, il 3% al parlamento nazionale) e, per riferirsi alla situazione romana, nuova composizione del Parlamento (dove, per la prima volta, eleggeremo 600 tra deputati e senatori, 345 in meno rispetto al passato).
Per quanto riguarda Palermo, l'attesa dell'opinione pubblica regionale è concentrata tutta sulle indicazioni delle candidature allo scranno più alto di Palazzo d'Orleans. Saranno queste poi, a cascata, a stabilire l'entità delle singole aspirazioni, con posizionamenti alternativi tra liste di partito o listini del candidato alla presidenza. In provincia di Agrigento vengono eletti 6 parlamentari a Palazzo dei Normanni. Nella legislatura che si sta concludendo gli agrigentini sono stati 8, se si considera che Roberto Di Mauro e Giusy Savarino erano entrati a Sala d'Ercole in quanto componenti del listino di Nello Musumeci. È anche sulla base di questa situazione che i deputati regionali uscenti appaiono in condizione di puntare alla rispettiva riconferma. Bisogna evidenziare come, oltre alla singola forza elettorale, più robusti sono i partiti di appartenenza, più facile, almeno apparentemente, è riconquistare il seggio.
Come si sa sono diventati 2 i deputati di Forza Italia: a Riccardo Gallo (eletto in questa lista), più recentemente si è affiancata Margherita La Rocca Ruvolo (che era stata eletta per la seconda volta con l'Udc). È una situazione, questa, da cui dovrà generarsi un'intesa secondo cui o uno dei due vada nel listino (confidando naturalmente nella vittoria del candidato alla presidenza) oppure (e se ne parla) Gallo potrebbe volare a Roma, o in un collegio uninominale cosiddetto "blindato" oppure con un posto utilissimo nel proporzionale.
Carmelo Pullara, eletto 5 anni fa con i Popolari e Autonomisti (battendo il quotatissimo Di Mauro, poi eletto lo stesso ma solo grazie alla vittoria di Musumeci) quest'anno correrà con la lista leghista che si chiama Prima l'Italia; Matteo Mangiacavallo potrebbe tentare la terza elezione all'Ars come candidato di Attiva Sicilia ma nella qualità di "ospite" dentro la lista di Fratelli d'Italia. Raggruppamento politico che, tuttavia, dovrà fare spazio anche alla potente Giusy Savarino. Sembra scontata nel Movimento 5 Stelle la ricandidatura di Giovanni Di Caro, mentre Roberto Di Mauro, da sempre fedelissimo di Raffaele Lombardo, resterà in quel gruppo che un tempo era noto come Mpa, non escludendo (come si vocifera) di dovere sostenere Massimo Russo, pupillo dell'ex presidente della Regione Raffaele Lombardo. Michele Catanzaro tenterà nuovamente la riconferma con il Partito Democratico, a sostegno di Caterina Chinnici. Questo dunque il quadro.
Ma a queste regionali guardano con interesse diversi operatori politici locali. Potrebbe ricandidarsi Fabrizio Di Paola, nella lista dell'Udc, che da tempo gli chiede di rientrare in gioco. L'ex sindaco ci sta pensando, e potrebbe accettare ma a condizione che il simbolo (che è accreditato per superare la soglia di sbarramento) non comprenda anche quello leghista di Prima l'Italia, ipotesi di lavoro di cui si era parlato ma che probabilmente è stata accantonata. Si candida quasi certamente anche Salvatore Monte. Lo farà nella lista del vulcanico candidato alla presidenza Cateno De Luca. Due candidature alternative, quelle di Di Paola e Monte, quasi a suggellare plasticamente il divorzio politico tra i due che risale alla campagna elettorale delle amministrative. Dovrebbe essere della partita anche Carmelo Pace, nella lista della Nuova Democrazia Cristiana, così come non è escluso che si candidi (in Fratelli d'Italia) Calogero Bono. Anche Filippo Bellanca potrebbe giocarsi una partita a fianco di Massimo Russo, l'ex magistrato ed ex assessore alla Sanità su cui sta puntando - come già detto - Raffaele Lombardo. Di Russo Bellanca è stato peraltro uno strettissimo collaboratore.
E si parla anche dello storico dirigente della Cna Giuseppe Montalbano, che potrebbe candidarsi all'Ars nella lista di sinistra espressa da Claudio Fava. La concomitanza tra Regionali e Politiche potrebbe dunque generare una partita "ad incastri", dove chi esce dalla porta di una candidatura a Palermo potrebbe anche rientrare dalla finestra di una rincorsa ad un seggio a Roma. Prima che Giarrusso e De Luca rompessero l'accordo, si era paventata l'ipotesi che alla Regione si potesse candidare anche Alessandro Curreri. E mentre Rino Marinello teoricamente avrebbe diritto, stando alle regole del Movimento 5 Stelle, a provare un secondo mandato, è in piedi anche l'ipotesi che Ignazio Messina, segretario nazionale di Italia dei Valori, possa vedersi accordata una candidatura col meccanismo del "diritto di tribuna" che, sulla base di intese che non sembrano venute meno, potrebbe essergli garantito dal Pd. E poi c'è Giuseppe Marinello, che dopo la pausa dalla sua carriera parlamentare è pronto a rientrare, aspirando ad una elezione nel partito che, stando ai sondaggi, dovrebbe stravincere le prossime elezioni, ossia Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni. Insomma: la partita è aperta ma, ed è il calendario a imporlo, non manca molto alla definizione di tutto. E allora, e solo allora, dalle indiscrezioni si passerà alle notizie concrete.