A rappresentare la provincia di Agrigento saranno 8 parlamentari. Ai sei seggi spettanti, infatti, se ne sono aggiunti due in virtù della presenza di due parlamentari del territorio nel listino del presidente della Regione. Si tratta di Riccardo Gallo di Forza Italia e di Serafina Marchetta di Grotte alla sua prima esperienza all’Ars.
Tra le new entry poi ci sono Carmelo Pace della Democrazia Cristiana e Angelo Cambiano per il Movimento 5 Stelle che ha battuto per pochi voti l’uscente Giovanni Di Caro. Quella che sta per iniziare è la seconda legislatura per il saccense Michele Catanzaro del Partito Democratico, mentre per Margherita La Rocca Ruvolo di Forza Italia è la terza e per Giusi Savarino la quarta. Il veterano dei parlamentari agrigentini è Roberto Di Mauro dei Popolari Autonomisti.
Oltre all’insediamento nel corso della seduta inaugurale è prevista l’elezione del presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana. In pole position il deputato 37 enne di Paternò Gaetano Galvagno, fedelissimo del presidente del Senato La Russa. La presidenza dell’Ars spetta a Fratelli d’Italia, ancor più dopo che Gianfranco Miccichè nei giorni scorsi ha tolto l’imbarazzo della sua ricandidatura alla maggioranza di centrodestra dichiarando di percepire una costante preoccupazione in relazione ad una sua possibile rielezione.
Difficilmente il nuovo presidente di sala d’Ercole potrà essere eletto alla prima votazione, in programma giovedì alle ore 11. Occorrono, infatti, 47 preferenze. Alla seconda saranno sufficienti 36 voti e considerato che la maggioranza conta 40 parlamentari, potrebbe dunque arrivare la fumata bianca. In caso contrario si andrà avanti, con il quorum che si abbasserà ulteriormente, ma questo non sarebbe un buon segnale per la coalizione del presidente Schifani. Ad animare le trattative tra gli alleati, nelle ultime ore, non è solo la casella della presidenza dell’Ars, ,ma soprattutto la composizione della giunta regionale per la quale sembrava non essere messo in discussione l’accordo in base al quale quattro assessorati sarebbero andati a Fratelli d’Italia, 3 a Forza Italia, 2 rispettivamente a Lega e Democrazia Cristiana e 1 a Popolari e Autonomisti. In tale quadro
si erano con insistenza fatti i nomi degli agrigentini Giusi Savarino come probabile assessore al Territorio e Ambiente e Roberto Di Mauro per andare a ricoprire l’assessorato all’energia e rifiuti. Ma proprio il partito di Lombardo pare rivendichi nelle ultime ore un secondo assessorato a discapito, si dice, di Fratelli d’Italia che dovrebbe così accontentarsi di tre assessori, oltre alla presidenza dell’Ars.
C’è poi aperta la questione dell’assessorato più ambito, quello alla sanità, con Forza Italia che lo rivendicherebbe e il presidente Schifani che piuttosto sarebbe orientato ad individuare un tecnico di area dopo che è sfumata l’ipotesi della quale si era pur parlato, quella di Margherita La Rocca Ruvolo che nella passata legislatura ha ricoperto il ruolo di presidente della commissione salute. E’ stata proprio Margherita La Rocca Ruvolo che è anche sindaco di Montevago a escludere tale possibilità dicendo di non volere rinunciare ad amministrare il proprio comune.
Il primo banco di prova per la maggioranza di centrodestra sarà la presidenza dell’ARS, ma subito dopo Schifani dovrà rompere gli indugi e annunciare la composizione della sua giunta. Rispetto al passato ha avuto quasi due mesi a disposizione per sciogliere i vari nodi, a causa del ritardo nell’attribuzione dei 70 seggi, ma anche come conseguenza di una legge del 2020 in base alla quale gli assessori assumono le loro funzioni soltanto dopo aver prestato giuramento davanti all’Assemblea Regionale Siciliana.