“Si ricorda l'ordinanza sulle aree incolte, di proprietà privata, situate all'interno del centro abitato che impone ai proprietari di provvedere alla loro pulizia entro il 15 maggio prossimo.Analogo provvedimento dovranno assumere per cunette e fossati di scolo i proprietari dei fondi che fiancheggiano le strade”. E' quanto si legge nel comunicato stampa diramato questa mattina dal comune di Sciacca che, attenendosi a sua volta alle disposizioni delle protezione civile, sollecita la pulizia delle aree incolte e infestate dalle erbacce ai privati ricordando le ordinanze in vigore già dal 2015 che è possibile scaricare o visionare sul sito internet. Corsa alla scerbatura, dunque, per evitare il rischio incendi in vista della bella stagione. Tutto giusto, peccato che, quest'anno più che mai, il comune di Sciacca sia in ritardo. Ai privati si impone, pena sanzioni, di procedere alla pulizia dalle erbacce, ma del servizio che l'ente pubblico deve assicurare non si ha, al momento, alcuna traccia.
La scerbatura, come viene comunemente denominata, è stata inserita nel piano Aro predisposto dall'amministrazione comunale, è stato anche aggiudicato l'appalto alla ditta privata che si occuperà di tutti i servizi connessi all'igiene pubblica, non solo la raccolta e smaltimento dei rifiuti, ma il problema è che ancora non è stato stipulato il contratto. La vicenda è ben nota e parte dalla presa di posizione del comitato per la trasparenza dei costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. La richiesta di sospensiva, chiesta dallo stesso comitato non è stata accolta dal Tar, che si è pronunciato più di un mese fa. Si è dovuto attendere altro tempo per l'eventuale appello, che non è arrivato, e adesso l'amministrazione comunale aspetta il parere del legale su una serie di quesiti che sono stati posti in relazione proprio alla stipula del contratto con la ditta Sea. Tralasciando, dunque, colpe e responsabilità, il problema è che la natura non aspetta i tempi di contratti, di ricorsi e in generale della burocrazia. Siamo già ai primi di aprile e il vero problema è che non c'è un “piano b”. Il servizio di scerbatura, così come quello della pulizia delle spiagge, non è stato ancora formalmente assegnato ai privati, i tempi per la stipula del contratto peraltro non saranno brevi, ma al contempo il comune non ha le risorse economiche necessarie per garantirlo, quindi, non c'è nulla di organizzato. E allora? Non rimane che imporre ai privati di rispettare le ordinanze, ma in tal modo “si predica bene e si razzola male”