scolastico che prevedeva la perdita dell’autonomia per 93 istituti slitta di un anno, ma soltanto 15 istituti superiori e 3 istituti comprensivi nell’isola. Il provvedimento era nell’aria già da alcuni giorni, ma adesso è ufficiale. E’ il risultato del decreto Milleproroghe del governo nazionale che
consente alle Regioni di derogare fino al 2,5 per cento rispetto al numero delle scuole da tagliare.
“Un rimorso di coscienza che fa partorire alla montagna un topolino”. Questo secondo la Cgil siciliana il risultato momentaneo del provvedimento che consente anche la possibilità di rivedere eventualmente i piani di dimensionamento già approvati.
La Cgil ha ribadito la sua disapprovazione per tutta l’operazione al tavolo regionale che si è svolto ieri pomeriggio all’assessorato all’Istruzione perché nella sostanza, nel triennio, vengono confermati tutti i tagli delle autonomie già decisi.
Tutto ciò, aggiungono gli esponenti della Cgil, non servirà certamente a “indorare la pillola”.
Dunque, la proroga di un anno non salva tutte le scuole siciliane, ma ne salva solo 18 momentaneamente. Saranno 75 gli istituti che perderanno l’autonomia, gli altri si aggiungeranno nell’anno scolastico 2025-2026 . Nel dettaglio quest’anno i tagli riguarderanno 7 scuole rispetto alle 9 previste in provincia di Agrigento, la provincia di Palermo perderà 17 autonomie e non 19, a Trapani i tagli riguarderanno 8 scuole,a Ragusa 6, a Caltanissetta 5, ad Enna 3.
Nelle scuole momentaneamente salvate, evidenzia infine la Cgil,, non potranno verificarsi trasferimenti o assunzioni di dirigenti o di direttori dei servizi, perché verranno date a reggenza con possibilità di esonero o semiesonero per il ‘docente vicario’”.
Sindacati che, peraltro, ieri pomeriggio hanno lamentato il fatto che l’assessorato regionale non ha reso noti gli istituti momentaneamente salvati. In provincia di Agrigento salteranno due scuole, ma ufficialmente non si sa quali siano. Secondo indiscrezioni pare che a mantenere l’autonomia per l’anno scolastico 2024-2025 possano essere due istituti superiori, si parla dell’Ambrosini di Favara e del Re Capriata di Licata. Poche speranze, dunque, di riuscire a mantenere l’autonomia del primo circolo didattico “Giovanni XXIII” di Sciacca diretto da Anna Conti. E non è ancora chiaro quale piano di dimensionamento scolastico sarà alla fine approvato per le scuole che non si salvano. Va evidenziato, infatti, che a livello regionale la proposta varata per il circolo didattito Giovanni XXIII prevedeva l’accorpamento esclusivamente con l’istituto comprensivo “Dante Alighieri”, ipotesi che era stata contestata a livello locale e che aveva portato a presentare una controproposta, formulata a seguito di una riunione tra i dirigenti scolastici e l’assessore all’istruzione Salvatore Mannino, che prevede la divisione del primo circolo didattitc venga diviso tra due istituti comprensivi. In particolare i plessi “Fazello” “Catusi” e Mascagni verrebbero accorpati all’istituto “Agostino Inveges” mentre i plessi “San Giovanni Bosco” e “Agazzi” al comprensivo “Dante Alighieri”, con la novità di tornare a riassegnare il plesso “San Francesco” all’istituto “Dante Alighieri”, dopo che proiprio da quest’anno era passato al comprensivo “Inveges”.
C’è da capire alla fine di questa operazione quale sarà il destino del primo circolo didattico di Sciacca, se farà parte in blocco del Dante Alighieri o diviso tra quest’istituto e il comprensivo Agostino Inveges.