E così, dopo il bitz dello scorso mese di dicembre, è scattata una nuova operazione nel territorio di Ribera mentre è ancora in corso la raccolta delle arance.
Ad effettuarla i carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro assieme ai colleghi del comando provinciale di Agrigento e della compagnia di Sciacca. Militari che hanno setacciato le campagne per verificare il rispetto delle norme in materia di lavoro e contrastare il fenomeno del caporalato.
Ancora una volta è emersa una situazione di sfruttamento nei confronti di vari braccianti agricoli provenienti dal nord Africa, approfittando della loro condizione di bisogno. Al termine dei controlli sono scattate due denunce a piede libero alla Procura della Repubblica di Sciacca, una delle quali nei confronti del titolare di una azienda agricola per il reato di “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro”.
Riscontrate anche violazioni alla normativa per la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Scoperti otto lavoratori in nero, di cui 2 cittadini extracomunitari risultati privi del permesso di soggiorno sul territorio italiano. A conclusione dell'operazione sono state elevate sanzioni per un ammontare di circa 25 mila euro. Già nello scorso mese di dicembre, nella fase iniziale della raccolta delle arance, i carabinieri erano intervenuti con una vasta operazione di controllo che aveva portato all'arresto di un presunto caporale e alla denuncia di altre sei persone, ma soprattutto aveva portato alla ribalta anche nelle nostre zone il fenomeno dello sfruttamento nelle campagne di immigrati, anche irregolari, che venivano fatti lavorare in nero.