Dopo così tanto tempo e dopo la solennità del “cinquantennale” pensavamo fosse apparso sufficientemente chiaro il quadro degli interventi che ancora mancano all’appello, eppure, ad oggi la “ricostruzione” non è ancora stata completata.
Così Massimo Raso, segretario provinciale della Cgil, riguardo le conseguenze, ancora tangibili - del sisma che nella notte tra il 14 ed il 15 gennaio del 1968 colpì il territorio belicino e che dopo 51 anni continuano ad essere visibili ed attuali.
In questi giorni si susseguono numerose le manifestazioni organizzate nei comuni che furono colpiti, per ricordare le vittime di quel giorno funesto, ma anche come, ad oggi, si debba ancora intervenire su diversi fronti per completare la ricostruzione e rilanciare le comunità.
Il fulcro delle iniziative sarà domani, nel giorno del 51esimo anniversario, tra Gibellina e Roma. A Gibellina si terrà una cerimonia per cui è attesa la presenza del presidente della Regione Nello Musumeci e dell’assessore regionale ai Beni culturali Sebastiano Tusa.
A Roma, invece, il consiglio comunale di Santa Margherita si riunirà in Piazza Montecitorio per chiedere la realizzazione opere di urbanizzazione e mettere in evidenza la continua disattenzione della classe politica nazionale sulla vicenda .“Rivendicheremo con forza – ha dichiarato nei giorni scorsi il sindaco Franco Valenti al nostro tg - i diritti di una laboriosa comunità bistrattata, offesa ed abbandonata". Una protesta formale nei confronti del Parlamento per la mancata previsione di somme, all'interno dell'ultima legge di Bilancio, dei fondi necessari al completamento della ricostruzione.
Iniziativa approvata e sostenuta da Massimo Raso, che entra più nello specifico.
“Accanto alle somme da chiedere per risolvere i problemi - aggiunge - ci sono quelli da spendere e di cui non riusciamo a comprendere cosa li blocchi: pensiamo ai 10 milioni di Euro per la bonifica dall’eternit su cui chiediamo che si faccia chiarezza e, soprattutto, che si spendano con urgenza.
Per tanti anni, troppi, - continua il segretario provinciale della Cgil - al Belice è stato negato quello che in casi analoghi altre parti del Paese hanno chiesto ed ottenuto: da Noi né ricostruzione completata né l’agognato sviluppo economico; da Noi né FIAT nè Agroindustria, solo la disperazione e l’emarginazione che costringe, ora come allora, all’emigrazione. L’altra grande lezione che non siamo riusciti a trarre da quella tragedia – aggiunge - è la necessità di “mettere in sicurezza” i nostri Paesi, di essere pronti a far fronte ad eventi di questo tipo.
Anche su questo vorremmo risposte – scrive Raso, che conclude -
Sull’insieme di queste questioni, in assenza di risposte, dobbiamo mettere in campo la mobilitazione delle popolazioni.