È stato questo l'imbarazzante destino del Circolo della Lega di Salvini di Sciacca, istituito appena lo scorso novembre ma sciolto ufficialmente poche ore fa per effetto di una disposizione formale del coordinatore provinciale del partito di Matteo Salvini che si chiama Massimiliano Rosselli. Decade, di conseguenza, la carica di presidente dell'assicuratore Vincenzo Catania, trascinato, forse più o meno suo malgrado, in questa sorta di “avventura politica lampo”.
C'è di più. Agrigento ha sospeso tutte le tessere che erano già state fatte. Ufficialmente le ragioni di questa decisione non sono note, ma in situazioni del genere i segreti non esistono. A generare a generare il disimpegno del circolo saccense, e consequenziale scioglimento, sarebbe stata in particolare l'impazienza del gruppo dirigente agrigentino, che forse si aspettava di più in materia di attività politica sul territorio saccense ma che, assai più probabilmente, pretendeva un rapporto di rispetto gerarchico a loro dire dovuto nei confronti del vertice.
Addirittura, pare che Rosselli abbia eccepito presunti atteggiamenti da parte del gruppo saccense volti verso alla creazione di contrasti con lui e con il resto del gruppo dirigente.
Questo il quadro generale. Si sa però che certe cose non nascono per caso. E così la spiegazione potrebbe essere collegata ad una esigenza ben più prosaica, di tpo elettorale, considerato che il vertice leghista di Agrigento aveva il bisogno di garantire il pieno appoggio di tutti i circoli a favore della candidatura alle prossime Europee di una importante rappresentanza leghista del versante licatese.
“Pretendevano che facessimo gli utili idioti, e ora ci licenziano con una iniziativa a dir poco ridicola”. A parlare così è un anonimo esponente del gruppo che si era mosso attorno a questa operazione politica, e che ha già visto Pippo Santangelo, uno dei promotori del Circolo Lega Salvini Sciacca, parlare già di capitolo chiuso, con una dichiarazione al Corriere di Sciacca in cui spiega di avere preso atto della nota e di condividere addirittura questa scelta, definita “la più opportuna” tenuto conto delle diversità di vedute.
Un modo come un altro, da parte di Pippo Santangelo, che come tutti sanno a Sciacca è una sorta di “braccio destro” dell'ex sindaco Mario Turturici, di domandarsi “Che ci facevo qui?”.
Turturici, che non ha mai ufficializzato la sua adesione alla Lega, pur non essendo un mistero la sua amicizia privata con l'onorevole Alessandro Pagano con il quale da tempo aveva intensificato le interlocuzioni per questioni legate alla manovra economica del governo ed alle iniziative sulla Flat tax. Ma l'amicizia privata è una cosa, la convinzione politica è un'altra. Da sempre moderato e liberale, Turturici ha chiesto ad un gruppo di suoi sodali di attivarsi, non riscontrando mai, tuttavia, quella necessaria convinzione che, d'altronde, mancava a lui per primo. Pare, inoltre, da indiscrezioni, che i rapporti tra Sciacca ed Agrigento si sono incrinati dopo la decisione di snobbare la nostra puntata di Vesper al Cinema dedicata al boom elettorale della Lega. Agrigento decise che nessun tesserato sarebbe stato presente. Scelta che qui a Sciacca non piacque.
E dire che la Lega di Salvini a Sciacca ha già dimostrato di avere un cospicuo patrimonio elettorale, anche se stranamente tutti questi folgorati su via Bellerio soffrono un po' di una sorta di pudore a farsi vedere e a rivendicare la validità del progetto salviniano.