Su proposta dell’assessore all’Energia e servizi di pubblica utilità, Alberto Pierobon, la giunta regionale ha approvato una delibera che consentirà di portare avanti quei progetti sulla depurazione delle acque, da 300 mila euro, che erano bloccati o andavano a rilento per problemi burocratici e amministrativi. Si tratta di un problema lamentato da molti sindaci e legato essenzialmente alla mancata transizione dal vecchio al nuovo sistema di gestione del servizio idrico, disattendendo la normativa europea, nazionale e regionale. Ad essere interessati sono una parte delle centinaia di interventi nell'Isola. In sostanza è successo che le Ati, le Assemblee territoriali idriche composte dai sindaci dei Comuni soci, non sono ancora pienamente operative pur avendo il compito per legge di gestire il servizio. I continui ritardi nel settore hanno causato la mancata o ritardata realizzazione di infrastrutture e di manutenzione nell’Isola con gravi perdite e sprechi. La dispersione è passata a oltre il 45 per cento e con costi in media tra i più alti d’Italia se si pensa che nell’Isola si paga circa 500 euro per utenza contro la media nazionale di 370 euro. La proposta approvata in giunta prevede che l’Ati, dove impossibilitata, possa avvalersi del Comune interessato dall’intervento, anche ricorrendo ad accordi e convenzioni fra pubbliche amministrazioni. Devono però sussistere alcune condizioni: che il progetto sia esecutivo, cioè cantierabile; che l’Ati non sia effettivamente in grado di procedere e realizzare questi interventi e che lo abbia manifestato; che il Comune non faccia resistenza od ostacolo all’Ati e, infine, che ci siano i soldi utilizzabili. “A queste condizioni – spiega l’assessore Pierobon - i Comuni e le Ati possono concordare che il Comune sia beneficiario in luogo dell'Ati e la Regione derogherà alla normativa dando concreta risposta a questi problemi sollevati, responsabilizzando i sindaci alla realizzazione di interventi di adeguamento per porre fine anche a fenomeni di inquinamento”.