Una scadenza che, peraltro, era già slittata di un mese, dopo una prima proroga concessa rispetto al limite originario, che era stato quello del 28 febbraio. Conseguenza: dall'esercizio provvisorio dei primi tre mesi dell'anno adesso il comune è transitato alla gestione provvisoria. Significa, in soldoni, che dallo scorso primo aprile ogni singolo impegno di spesa deve obbedire inevitabilmente ai principi di indifferibilità e urgenza e, comunque, devono tendere a scongiurare danni certi e gravi.
Situazione complicata, dunque, che si scontra peraltro con lo stesso mancato aumento delle tariffe TARI, cosa che avrebbe dovuto fare il consiglio comunale su proposta dell'amministrazione. Eppure sulla spesa prevista relativa al piano Aro c'è stato uno sforamento imprevisto che si dovrebbe poter quantificare in alcune centinaia di migliaia di euro. Denaro che si è trasformato in debito fuori bilancio. Sullo sfondo dell'emergenza c'è anche la situazione dei debiti fuori bilancio, che pare abbia subito una nuova forte escalation, con impegni da onorare relative a sentenze passate in giudicato che hanno visto il comune soccombere che risalgono addirittura al 2012. Si sa che su questo aspetto le raccomandazioni della stessa corte dei conti sono sempre piuttosto rigide. Situazione economica dell'ente dunque difficile, che è stata esaminata lo scorso primo aprile dalla Commissione consiliare Bilancio e Finanze presieduta da Ezio Di Prima. Sono stati i componenti di minoranza Calogero Bono e Giuseppe Milioti a chiedere l'audizione dei componenti del nuovo Collegio dei revisori dei conti. I dati relativi al rendiconto 2017, quelli che registrarono un disavanzo di un milione di euro, contenevano anche un importo sostanzioso di debiti fuori bilancio, stimati in 3,4 milioni di euro. Per i debiti del 2018 si attendono ancora i dati definitivi, ma tutto lascia supporre che la situazione stia peggiorando. Tanto più che ci sono anche cause tuttora in corso che, nell'ipotesi estrema in cui il comune fosse sempre condannato, potrebbe generare un monte debitorio di almeno 12 milioni. Il presidente dei revisori Abate ha detto apertamente che in sede di Bilancio di Previsione 2019, l'Amministrazione Comunale dovrà necessariamente prevedere un adeguato accantonamento per farvi eventualmente fronte.
I dati dell'anticipazione di cassa rivelano che al momento il comune è esposto con la banca per oltre 3 milioni e 800 mila euro. Eppure il comune di Sciacca vanta un importo spaventoso di residui attivi, che sono i crediti. Stiamo parlando di quasi 26 milioni di euro, anche se oltre la metà è già stata dichiarata di dubbia esigibilità. In spesa corrente (soprattutto gli stipendi dei lavoratori) i debiti hanno oltrepassato abbondantemente la soglia dei dieci milioni di euro.
Secondo il Collegio dei revisori l'analisi dei numeri rivela che c'è una riscossione lenta dei residui attivi. A rischio ci sono 2 milioni di euro che potrebbero impedire al comune di potere rientrare con l'esposizione bancaria. Calogero Bono durante il suo intervento ha rilevato che le criticità del comune sono i debiti fuori bilancio, che rappresentano per il Comune un vero e proprio fardello. che debbono trovare idonea copertura nel bilancio di previsione avendo priorità rispetto alle altre spese, con particolare riferimento a situazioni come le esposizioni nei confronti di Sogeir e della cooperativa Arcobaleno, definite da Bono “vere e proprie bombe ad orologeria”. Per il consigliere Bono, infine, i dati confermerebbero anche i timori già espressi sull'iscrizione in bilancio di poste definite “aleatorie” come gli avvisi di accertamento IMU. Voce per la quale l'amministrazione ha preventivato un introito di 4 milioni, mentre invece sono stati riscossi appena 600 mila euro.