Si sarebbe occupato di trovare i clienti siciliani da far iscrivere al centro di formazione per ottenere il diploma di laurea o l’attestazione di lingua inglese. In realtà era tutto finto. Il riberese, di 50 anni, è stato destinatario di obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudizia nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Reggio Calabria che ha portato alla notifica di 10 ordinanze di custodia cautelare da parte del Comando provinciale della Guardia di Finanza e della Polizia. Una organizzazione con base in provincia di Reggio Calabria e sedi in altre parti d’Italia, che rilasciava falsi diplomi. Il reato ipotizzato è di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di truffe, falsi e autoriciclaggio. Gli inquirenti avrebbero fatto luce su una sorta di “diplomificio”, un centro di formazione internazionale, falsamente riconosciuto e convenzionato con enti pubblici ed universita’ italiane e straniere che nel tempo avrebbe ingannato quanti si erano iscritti ed erano convinti di avere acquisito il diploma o la laurea, salvo scoprire che così non era. Una associazione strutturata, attiva fin dal 2016 che sarebbe riuscita ad accumulare proventi per milioni di euro, raggirando decine e decine di vittime. L’inchiesta e’ partita proprio dalle denunce di alcune delle persone truffate che avevano frequentato i corsi ma i cui titoli non erano stati ritenuti validi nell’ambito di procedure valutative del personale nelle pubbliche amministrazioni. Stando a quanto emerso dalle indagini, gli indagati erano in grado di fornire diplomi di laurea di universita’ straniere con la relativa omologazione, ma anche diplomi di universita’ italiane telematiche, certificati di conoscenza della lingua inglese e abilitazioni all’attivita’ didattica. Per gli inquirenti però tutto falso e inoltre, alcune delle certificazioni venivano rilasciate anche senza aver seguito le lezioni o superato alcun esame