E' quanto hanno chiesto, ed in parte gia' ottenuto, al fine di approfondire il quadro istruttorio, gli avvocati Santo Lucia e Giovanna Morello, difensori di Gaetano Sciortino, l'operaio di 53 anni di Cattolica Eraclea accusato dell'omicidio del marmista Giuseppe Miceli e arrestato il 20 ottobre scorso. In particolare, il pubblico ministero ha dato l'autorizzazione ad eseguire, con un proprio consulente, alcuni accertamenti antropometrici su Sciortino, al fine di approfondire un aspetto ritenuto decisivo che e' poi quello che ha rappresentato la svolta nelle indagini, ossia il rinvenimento di una scarpa che l'operaio avrebbe abbandonato in una sua campagna e che, per gli inquirenti, a seguito delle analisi effettuate dai Carabinieri dei Ris, coincide con le impronte ritrovate nel luogo dell'omicidio. Scarpa che dunque, per gli inquirenti, sarebbe stata quella utilizzata dall'assassino. Niente tracce organiche sulla scarpa ma il numero sarebbe lo stesso che calza Sciortino. La difesa ha invece sostenuto che la misurazione della suola e della pianta del piede del loro assistito differiscono di tre centimetri. Saranno gli accertamenti antropometrici a fare ulteriore chiarezza su questo aspetto. Altri elementi che saranno approfonditi riguardano gli oggetti contundenti utilizzati per uccidere Giuseppe Miceli e il laboratorio dove l'artigiano lavorava e che e' il luogo in cui si e' consumato l'omicidio. I difensori hanno chiesto di eseguire ulteriori accertamenti sulle impronte. Sciortino, che dallo scorso mese di ottobre si trova in carcere, ha sempre negato ogni accusa a suo carico.